Doppia alleanza assicurativa per Unicredit nell’Europa centro-orientalecon due colossi come Generali e Allianz. Per l’istituto guidato dall’amministratore delegato Jean Pierre Mustier si tratta di una partnership strategica che punta ad estendere e a rafforzare la competitività della rete estera del gruppo, da anni presente nell’area.
In particolare il gruppo di Piazza Gae Aulenti — assistita dagli advisor Kpmg e Lombardi Molinari — ha firmato due accordi esclusivi con Allianz e Generali per la distribuzione di prodotti assicurativi per individui e piccole e medie imprese in Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania, Serbia, Slovacchia e Slovenia, dove vanta una rete di circa 1.700 sportelli. Le partnership, di lungo termine (ultradecennale),verranno gradualmente messe in piedi nella seconda metà del 2018 e saranno focalizzate prevalentemente su prodotti Vita e non Vita con Allianz e su prodotti di protezione del credito (cpi, o credit protection insurance) con Generali, per esempio con le polizze collegate ai mutui. Le partnership «accresceranno la nostra offerta attraverso una gamma completa di prodotti assicurativi e servizi di alto profilo», ha detto Carlo Vivaldi, responsabile divisione Cee della banca, che ha nominato alla bancassicurazione nella Cee Arcangelo M. Vassallo.
Si tratta di un’area in forte crescita, con tassi di disoccupazione bassi e assolutamente non matura nel mercato assicurativo. Proprio Generali (assistita nell’operazione da Barclays e Linklaters), presente con 12,5 milioni di clienti nell’area affidata al top manager Luciano Cirinà, la settimana scorsa ha annunciato l’acquisizione di due compagnie in Polonia (Concordia) e Slovenia (Adriatic Slovenica), a riprova dell’importanza strategica dell’Est Europa. Anche gli analisti di Equita Sim ieri evidenziavano che l’operazione è «positiva dal punto di vista qualitativo, visto che contribuirebbe a fare emergere il valore del franchise in Est Europa di Unicredit».
Intanto ieri l’Ft è tornato sui rumors circa l’interesse di Unicredit per SocGen sostenendo che dietro l’interesse del banchiere francese 57enne potrebbe esserci anche un desiderio di «rivalsa personale», dopo aver dovuto lasciare l’investment banking di SocGen in seguito ai 4,9 miliardi di euro persi per lo scandalo Kerviel nel 2008.