Parte la gara per la cessione della quota detenuta in Arca dalle ex Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. Il processo competitivo riguarda il 40% del capitale detenuto in Arca Holding – che a sua volta controlla al 100% Arca fondi Sgr – partecipazione che è divisa pariteticamente tra le due banche finite in liquidazione. Scattato ieri, il processo prevede tre fasi: un primo step, preliminare, in cui i soggetti interessati dovranno presentare entro il 12 giugno una manifestazione di interesse a prendere parte alla gara. Nella seconda fase, che si concluderà entro il 10 luglio, i soggetti interessati saranno chiamati a presentare l’offerta vincolante per la compravendita alla parte venditrice, che è assistita da Vitale & associati. Il terzo step prevede invece la selezione dell’offerta da parte delle due banche in Lca. La road map prevece che al più tardi la scelta avverrà entro i due mesi successivi, ovvero settembre. Realistico tuttavia che, se tutto filerà liscio, si arrivi già entro luglio alla definizione dell’acquirente. Sulla scelta finale è previsto peraltro, a norma di statuto, il gradimento da parte del Cda di Arca.
Si vedrà nei prossimi mesi chi entrerà in corsa per la quota della società attiva nel settore del risparmio gestito. Il gruppo a fine 2017 contava su un patrimonio in gestione superiore ai 32 miliardi, con un margine di intermediazione pari a circa 150 milioni di euro e un utile netto di 61 milioni. Numeri che fanno del gruppo presieduto da Giuseppe Lusignani e guidato da Ugo Loser una delle realtà più vitali nel mondo del wealth management. Evidente che in pole position per l’acquisizione della quota (o di una sua parte) ci siano anzitutto gli altri due azionisti principali di Arca, ovvero Bper Banca e Banca Popolare di Sondrio, oggi rispettivamenteal 32,7% e 21,3%. Lo stesso a.d. di Bper, Alessandro Vandelli, a margine dell’assemblea di aprile aveva aperto alla possibilità di lanciare insieme a Pop.Sondrio un’offerta sulle quote delle ex Venete. Se insomma è scontata la partecipazione al processo da parte di Modena, altrettanto realistico è che anche Sondrio prenda parte all’asta. «Su Arca Sgr aspettiamo indicazioni dalla Lca», ha detto a febbraio il dg di PopSo Mario Pedranzini. I due gruppi bancari del resto già negli anni scorsi avevano aperto un dossier sul tema, senza però mai arrivare a chiudere il processo, anche per le alterne vicende che hanno interessato le due banche venete.
Ora, insomma, i tempi potrebbero essere più maturi. Consolidando la loro partecipazione, Bper e Sondrio potrebbero dare una maggiore stabilità alla governance della Sgr e trarre nel contempo un beneficio sotto il profilo della redditività. Resta da capire d’altra parte quale possa essere lo schema dell’operazione. Lo scorso anno, quando sembrava che il dossier fosse maturo, le due banche ipotizzavano di salire in maniera proporzionale alle quote detenute nella Sgr. In virtù di questo schema, Bper si ritroverebbe socia di maggioranza con il il 55-57%, Sondrio risulterebbe secondo socio con il 35-40%. Il resto del capitale rimarrebbe suddiviso tra gli attuali azionisti minoritari (Banca Popolare del Lazio, Sanfelice 1893 Banca Popolare, Banca Valsabbina, Pop. Valconca, Pop. Ragusa, Banca di Piacenza e Banca Pop. di Fondi), che oggi hanno poco meno del 5%. Se è vero che questo era il progetto pensato lo scorso anno, è anche vero che da allora molte cose sono cambiate. Non è detto dunque che l’impianto del progetto debba rimanere tale.