Se è vero che l’economia è un fatto storico è giunto il momento di aprire una nuova stagione. E perciò cambiare paradigma produttivo: abbandonare l’idea che la crescita aumenti solo spingendo i consumi per abbracciare un progetto sostenibile-contributistico. Un progetto il cui perno ruota intorno alla domanda «Cosa produciamo e come lo produciamo?».
Dice il sociologo Mauro Magatti: «Qui non si tratta di far ripartire la “macchinetta” ma di sfruttare il potenziale straordinario offerto da questa crisi per tornare a valori che sostengano i consumi». La crisi dunque non ha bocciato il modello consumistico-finanziario ma ne ha sigillato il superamento.
Sono forti le suggestioni che arrivano da palazzo Bonin Longare, nel quale sotto l’ombrello dell’incontro “Fabbricare valori: l’impresa e il cambio di paradigma”, il progetto innovativo di Confindustria Vicenza “Fabbricare valori” mette d’accordo sociologi ed economisti.
Ricorda il presidente Luciano Vescovi: «Fabbricare valori significa ritrovare la centralità dell’impresa, far crescere le persone all’interno della stessa, significa non anteporre la produzione all’ambiente e al territorio». «La Germania è un buon esempio di quanto il valore contributistico sia condiviso», osserva Magatti. Nel contesto produttivo vicentino non mancano gli esempi che intrecciano l’unicità della matrice industriale italiana alla nuova stagione. La sintesi è di Giovanni Bonotto, direttore creativo dell’omonima azienda di Molvena: «Il bene del territorio diventa il bene della fabbrica».
Il cambiamento è radicale: un nuovo linguaggio che passa dalla riscoperta di termini come “fabbrica” e “officina”, sposa l’idea del superamento della produzione “start-off-on”. Accanto a Bonotto, annuisce Gabriele Lendaro, responsabile per la sostenibilità della Fis di Montecchio: «I valori sono diventati qualcosa di tangibile. E ciò si traduce nel fatto che gli stakeholder di un’azienda sono anche i dipendenti, la città, il territorio».
«Cambiare paradigma significa anche creare un ambiente nel quale il capitale sociale è caratterizzato da una elevata fiducia reciproca e dalla qualità delle istituzioni», è l’eco di Roberto Antonietti, dell’università di Padova. Vescovi non ha dubbi e richiama all’ordine la politica: «Un mondo più sostenibile non si può costruire a colpi di slogan».
*Il Giornale di Vicenza, 15 aprile 2018