«In continuità con la crescita registrata nel biennio precedente». Con volumi produttivi e marginalità ancora in accelerazione. Il rapido commento di Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri, incornicia la buona, prima trimestrale del gruppo navalmeccanico controllato al 72% da Cassa depositi e prestiti.Il mercato aveva avvertito la salubre brezza e Piazza Affari, prima che i dati trimestrali fossero pubblici, aveva premiato il titolo con + 1,54% a 1,384 euro. La nota aziendale rileva, a mò di previsione, che il 2018 dovrebbe registrare un miglioramento dei ricavi stimato tra il 3 e il 6% e un rafforzamento della marginalità attorno al 7,5%. In menu la consegna di 10 navi, tra cui 4 unità da crociera e 6 militari.Il consiglio di amministrazione, presieduto da Giampiero Massolo, ha approvato le cifre del periodo gennaio-marzo nel pomeriggio di ieri a Roma. I due numeri più importanti, come lo stesso Bono ha evidenziato, riguardano i ricavi e il margine operativo: i primi sono saliti a 1,2 miliardi con un incremento dell’11%, mentre il “margin” è lievitato al 7,3%, migliorando la performance a 89 milioni, il 33% in più rispetto ai primi tre mesi dell’esercizio 2017. Sempre molto consistente il portafoglio ordini totale, non lontano dai 28 miliardi e fornito di oltre cento unità da realizzare o in via di costruzione.
Il polso della committenza – informano dal gruppo – continua a essere buono per quel che concerne la crocieristica, come confermato dal la positiva raccolta del trimestre iniziale: comprendendo anche la controllata Vard, si tratta di 8 Viking (comprese 2 expedition cruise) e di 2 Ponant. Grimaldi ha inoltre affidato la trasformazione di due cruise-ferry, “Roma” e “Barcellona”.Dal punto di vista finanziario, l’indebitamento netto è cresciuto di quasi un terzo a 446 milioni, secondo un andamento che Fincantieri reputa fisiologico essendo collegato alla dinamica della costruzione crocieristica.Dal punto di vista produttivo, è naturalmente il vasto comparto “shipbuilding” il motore Fincantieri: 619 milioni di ricavi vengono dal cruise, poco meno di 300 milioni sono frutto del militare che trae dalla Marina italiana e dalla flotta del Qatar i principali riscontri. Sta riprendendo un po’ fiato anche l’offshore, perlomeno nel fatturato salito da 210 a 245 milioni., mentre il margine arretra al 3,5%: la nota trimestrale ricorda che al 31 marzo la partecipazione di Fincantieri è passata all’82,73% rispetto al 79,74% di fine dicembre.Una novità significativa concerne il comparto “sistemi, componenti, servizi”, i cui ricavi sono aumentati poco meno del doppio a 167 milioni: cabine e aree pubbliche delle navi da crociera, quando costruiti in casa e non affidati all’indotto, hanno contribuito al risultato. Il comunicato ufficiale non fa alcun riferimento all’operazione Stx, in quanto non ancora compresa nel perimetro del gruppo. La chiusura della trattativa con i francesi, che ha al centro i cantieri di Saint Nazaire, dovrebbe avvenire entro l’estate, quindi sulla carta sarebbe imminente: forse qualche informazione ulteriore emergerà venerdì 11 in occasione dell’assemblea, che esaminerà l’esercizio 2017 e che si terrà alla Stazione Marittima triestina.