Nascita e rinascita. La storia di Farmavita comincia nel 1973, come laboratorio artigianale di cosmetica nella periferia milanese. Ma è il 1990 che segna il punto di svolta decisivo per la società che passa nelle mani della famiglia Spurio. «L’obiettivo dell’acquisizione, era consolidare la vocazione per il canale professionale, con particolare riguardo all’ hair colour – racconta Luca Spurio, socio di Farmavita –. Quando abbiamo comprato l’attività per 500 milioni di lire, ci siamo dati due anni di tempo per capire il funzionamento del business, dopodiché è cominciata la nostra strategia di sviluppo a livello nazionale ma soprattutto internazionale». Prima tappa fondamentale: riformulare i prodotti legati alla cura dei capelli, pensati per saloni e parrucchieri, grazie a una squadra specializzata di chimici.
Nel frattempo gli ordini aumentano e la produzione necessita di maggiori spazi, quindi il trasferimento della produzione da Milano a Lainate, in 1600 metri quadrati: «Uno spazio sufficiente per ripensare all’organizzazione meccanica e tecnologica dell’attività», spiega Spurio che racconta poi il secondo step che ha fatto da volano di crescita per il gruppo: puntare sull’export. Che in concreto, negli anni ‘90 significava presenziare a tutte le fiere disponibili, dall’Italia all’America per riuscire a farsi conoscere. «I primi paesi in cui abbiamo esportato i nostri prodotti sono stati Australia, Usa e Canada. Oggi siamo presenti in 85 paesi e l’export pesa per il 98% sul nostro fatturato».
Altro passo importante è stato entrare nel mercato del private label: «Produciamo anche per multinazionali, una scelta che ci ha portato ad aumentare i volumi con la conseguente necessità di ampliare i nostri spazi produttivi ulteriormente. Ci siamo trasferiti 15 anni fa da Lainate a Locate Varesino in oltre 10.000 metri quadri. Possiamo dire di controllare l’intera filiera del prodotto: dall’ideazione alla logistica». Negli anni il conto terzi che all’inizio pesava per l’80% del fatturato, è diminuito al 40%. «Il calo è legato alla precisa scelta di puntare maggiormente sul nostro marchio». La strategia messa in atto è servita a superare anche gli anni della crisi senza conseguenze sui numeri: «Abbiamo investito in nuove tecnologie per essere sempre più competitivi e per accaparrarci quote di mercato», spiega Spurio. A incrementare il processo produttivo è anche l’intensa automazione che caratterizza gli impianti di Farmavita. Cinque anni fa la società ha optato per la robotica per ridurre i costi di produzione e confezionamento.
*L’Economia, 7 maggio 2018