È passato un anno e mezzo – era dicembre 2016 – dalla demolizione della “grande sedia” che, al centro della rotatoria di Manzano, per vent’anni aveva rappresentato il simbolo del distretto. Smantellata e smaltita come rifiuto speciale, sembrava un simbolo caduto sotto i colpi del tempo. Non così è stato per il distretto, che è passato attraverso la crisi per ritrovarsi più competitivo di prima, e affamato di lavoro (e lavoratori).
I numeri
Il distretto della sedia rientra nel cluster “sistema Casa” disegnato dalla Regione Friuli VG nel 2015 per razionalizzare il sistema produttivo, e gli interventi a suo favore. Una realtà da 2.500 aziende tra mobile e sedia e che vede 500 aziende specializzate in tale specifico prodotto. In legno, imbottite, tradizionali o di design, questo è il polo italiano della sedia. «Nei primi nove mesi del 2017 le esportazioni dei distretti di Pordenone e delle sedie (e tavoli) di Manzano hanno toccato i 902 milioni di euro segnando +8,7% e battendo la concorrenza dei maggiori distretti del mobile italiano» ha riferito Stefano Baro, direttore generale Carifvg, che lo scorso novembre ha siglato un accordo a favore delle imprese del Cluster che prevede un plafond di 150 milioni. E la dinamica di crescita dell’export del mobile friulano è confermata con i dati di fine anno che hanno visto segnare un +10% del valore di export 2017 rispetto all’anno precedente raggiungendo 1,56 miliardi di euro, il dato in assoluto più alto dal 2009 in poi. I primi mercati di riferimento sono Regno Unito, Francia Germania, Stati Uniti e Spagna : questi ultimi registrano una crescita di oltre il 20% sull’anno precedente; segnali estremamente positivi anche da Cina (+24%), Danimarca (+26%) e Svezia (+33%) con riscontri positivi anche in Russia e in altri mercati “lontani” come Australia, Israele e Canada.
Il cambiamento
«Il processo è iniziato nel 2012/2013, anni molto duri, e i risultati hanno iniziato a vedersi nel 2016 – spiega Carlo Piemonte, direttore del cluster Arredo e sistema casa Fvg -. Non è un settore nel quale è facile avviare startup: piuttosto si vedono molte realtà consolidate fare spazio ai giovani, alle nuove generazioni, e queste introducono nuovi macchinari e collaborazioni con studi di architettura internazionali. Dinamiche che portano innovazione sia nel settore delle certificazioni di prodotto, che hanno visto una crescita continua negli ultimi anni, che nel campo della digitalizzazione con interventi importanti nei processi di industrializzazione per una introduzione di sistemi 4.0 all’interno dei sistemi produttivi». È questo il caso del progetto EASY-ID, «che permette una tracciabilità dei processi e dei prodotti in tutta la fase produttiva e commerciale. Sopratutto nella fase commerciale con l’applicazione del sistema ai cataloghi aziendali abbiamo ricevuto grandi apprezzamenti e richieste a seguito del Salone del Mobile di Milano». Un segnale nuovo è positivo è anche la capacità di collaborare, in una regione che è fra le prime per numero di reti: c’è “Italia For Contract”, che collabora con gli studi di progettazione per realizzare progetti complessi, dagli spazi aeroportuali alle grandi navi, dai teatri agli hotel luxury, e c’è la rete destinata ai subfornitori, con modelli diversi che prevedono spesso anche la partecipazione di grandi marchi.
Il lavoro
Le prospettive aperte dalla rivoluzione 4.0 fanno spazio alle nuove professioni, in particolare per quanto riguarda la programmazione macchine che sono sempre più computerizzate e connesse a sistemi gestionali integrati. Ma la crescita ha bisogno anche di mestieri tradizionali. Secondo una indagine sui profili occupazionali più richiesti in regione, spiccano tappezzieri, verniciatori, programmatori Cnc e addetti alla contabilità industriale.
«È confermata da numerose aziende – riferisce Piemonte – la necessità di formare figure in grado di produrre alcuni elementi del made in Italy che sono essenziali al nostro mercato. Le esigenze di occupazione sono superiori al numero di persone che si è in grado di formare». Ecco perché nei giorni scorsi il Cluster Arredo e Sistema Casa ha presentato in Regione a Udine la “Soft Design Academy”, progetto approntato in tempi record con Enaip Fvg (formazione professionale) con il sostegno della Regione, per rispondere alle esigenze delle aziende del comparto, che cerca figure professionali specializzate, essenziali per garantire la qualità dei prodotti imbottiti Made in Italy. Così in due mesi è stato predisposto un percorso formativo dedicato alle fasi produttive della tappezzeria e cucitura: 600 ore, la metà in aula e in laboratorio (giugno e luglio 2018), l’altra metà in stage (settembre e ottobre 2018) presso aziende specializzate nella lavorazione dell’imbottito. Occupazione finale, praticamente, garantita: dalla presentazione a oggi è già arrivata dalle imprese la disponibilità ad ospitare quasi 30 persone in stage .