I ministri finanziari dell’Eurogruppo e dell’Ecofin hanno cercato di ridimensionare i rallentamenti della crescita in Francia, Italia, Regno Unito e Spagna, che si sono aggiunti all’effetto dei richiami del presidente della Bce Mario Draghi sui rischi al ribasso per le previsioni di ripresa nella zona euro. Nelle riunioni a Sofia, in Bulgaria, a cui hanno partecipato anche i Governatori delle banche centrali europei, è prevalsa la prudenza. Ma a tarda sera l’agenzia Standard & Poor’s (S&P) ha annunciato che «potrebbe abbassare il rating dell’Italia se la sua crescita scendesse, riportando la sua performance di nuovo molto sotto quella di Paesi con un simile livello di sviluppo». S&P ha aggiunto che se «il suo risultato estero peggiorasse, per esempio a causa del peggioramento delle partite correnti in territorio negativo, questo potrebbe avere incidenza sulla valutazione dell’affidabilità del debito». Una ulteriore variabile viene indicata nel mancato consolidamento di bilancio, a causa dell’alto indebitamento e dell’instabilità politica, specialmente se il prossimo governo «abbandonasse il suo percorso di consolidamento sostenibile o rivedesse riforme strutturali attuate provocando un impatto negativo sulle prospettive economiche della sua posizione di bilancio».
Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, prima dell’intervento dell’agenzia di rating Usa, aveva replicato a Draghi rassicurando che «l’Italia cresce», dopo che aveva indicato nel Def un + 1,5% per il 2018 rispetto all’1,6% di un mese fa. Il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire ha ribaltato in positivo lo 0,3% di crescita della Francia per il primo trimestre 2018, che segue +0,7% dell’ultimo del 2017 e diversi periodi di miglioramenti sostenuti. «La realtà dei fatti, è che c’è stato un quarto trimestre 2017 eccellente — ha detto Le Maire —. Quando hai ottime cifre, queste poi rallentano leggermente. Non temiamo una perdita di dinamica della crescita». Il Regno Unito ha registrato il peggiore risultato degli ultimi anni. Nel primo trimestre il Pil è salito solo dello 0,1% (contro le attese di 0,3%) rispetto a +0,4% in quello precedente. La Spagna ha conseguito + 0,7% nel primo trimestre, in linea con quello precedente. Ma governo e Banca di Spagna prevedono + 2,7% nel 2018, dopo tre anni sopra al 3%.
Il membro francese del board della Bce, Benoit Coeure, al termine dell’Eurogruppo, ha replicato alle domande dei giornalisti sul rallentamento della ripresa nella zona euro, ammettendo le «più di 4 ore» di discussione del vertice della sua banca nella riunione di giovedì scorso, per concordare che «gli ultimi indicatori puntano ad una moderazione della crescita, ma restano coerenti con una crescita solida e ampia». Il commissario Ue francese Pierre Moscovici crede che «la ripresa nella Ue e nella zona euro sia forte, solida e robusta, abbia un carattere di lunga durata e che vadano mantenute le riforme e le politiche decise». Il rapporto semestrale della Banca d’Italia ha ammonito che «l’alto livello del debito pubblico rende l’economia italiana vulnerabile a forti tensioni sui mercati finanziari e a revisioni al ribasso delle prospettive di crescita». Il vicepresidente lettone della Commissione europea Valdis Dombrovskis non ha però voluto commentare se un rallentamento possa pesare su un’Italia con alto debito e crescita già limitata, rinviando alle previsioni economiche di Bruxelles del 3 maggio prossimo.