Medici, idraulici, sviluppatori di software. Ma soprattutto cuochi: sono loro a svettare nella lista dei profili professionali più ricercati in Europa, sono i primi per numero di Paesi, ma anche per “l’intensità”, nel senso che ne servirebbero davvero molti di più rispetto all’offerta. Mentre abbondano commessi, impiegati, operatori di marketing, impiegati bancari, parrucchieri e giornalisti. Gli impiegati “ generici” vengono segnalati per un eccesso di offerta di dimensioni molto consistenti da quattro servizi nazionali dell’impiego.
A fare un confronto tra qualifiche lavorative in eccedenza e qualifiche ricercate e difficili da trovare rispetto alla domanda è l’Icon Institut, su incarico della Commissione Europea. Lo studio mette a confronto i dati raccolti nel 2017 dalla direzione generale Ue del Lavoro, Affari Sociali e Inclusione e dal Network Europeo dei servizi pubblici dell’impiego. Oltre ai dati di 27 Paesi dell’Unione Europea ( non ci sono i dati del Regno Unito, mentre il Belgio non invia un dato unitario ma i dati delle tre Regioni in cui è suddiviso), partecipano all’indagine anche Islanda, Norvegia e Svizzera. L’obiettivo dell’indagine è anche quello di capire se ci possono essere scambi proficui oltre confine, e in effetti ci sono alcuni profili professionali che sono molto richiesti in alcuni Paesi, ma sono invece in eccesso rispetto alla domanda in altri. Una situazione che si riscontra in particolare per i commessi e gli addetti alle pulizie: sono in eccesso in diversi Paesi, tra cui Germania e Olanda, ma ce ne vorrebbero molti di più in Danimarca, Cipro, Repubblica Slovacca, Islanda, solo per i commessi c’è anche una forte domanda in Italia. Anche per i muratori ci sarebbero maggiori possibilità se si mettessero in atto scambi tra Paesi, perché insieme a stuccatori e falegnami sono segnalati sia in eccesso che in difetto. Mentre la richiesta di idraulici è in genere molto alta nella maggior parte dei Paesi.
Certo il trasferimento da un Paese all’altro per lavoro non è sempre così semplice. Eppure in Europa, con un tasso di disoccupazione all’ 8,5% nell’Eurozona e al 7,1% nell’Ue a 28, la lista delle occupazioni per le quali c’è poca offerta rispetto alla domanda è lunghissima, si contano oltre 260 qualifiche professionali. C’è quindi un problema di incontro tra domanda e offerta, e anche di orientamento professionale. Visto che molti surplus si identificano in professioni del settore culturale, da filosofi e storici a musicisti, ma anche economisti, gli autori della ricerca osservano laconicamente che «a queste professioni si associano limitate prospettive occupazionali » mentre «professioni di natura tecnica offrono maggiori possibilità».
Tra le professioni più richieste ce ne sono alcune che si ritrovano di anno in anno nelle classifiche: si tratta delle attività legate alla sanità e all’informatica. Per le professioni sanitarie le richieste non soddisfatte vanno dai medici agli infermieri specializzati alle ostetriche. Anche per gli operatori informatici si ricercano tutte le specializzazioni. Mentre risulta relativamente nuova l’emergenza legata agli insegnanti di scuola primaria: due centri per l’impiego nazionale segnalano addirittura una forte carenza di offerta, ma ben otto comunque, tra i quali Bulgaria, Danimarca, Norvegia, Svezia, Repubblica Slovacca, non riescono a soddisfare la domanda. E c’è anche una consistente richiesta non soddisfatta di insegnanti di scuola media superiore e di scuola dell’infanzia. Infatti gli insegnanti sono inseriti nella tabella dei possibili scambi tra Paesi. Certo è un po’ difficile immaginarlo almeno per l’ Italia, dove anche i trasferimenti dal Sud al Nord Italia incontrano vibranti proteste.