L’unico colpo a sorpresa lo ha riservato Greenpeace, con un gruppo di attivisti che si è arrampicato sul tetto della Stazione Marittima di Trieste, per poi calare uno striscione con la scritta “Generali – Basta assicurare carbone e cambiamenti climatici”. Una forma di protesta contro il sostegno del Leone alla fonte fossile, alla quale il gruppo ha replicato ricordando di avere da poco approvato una strategia sui cambiamenti climatici e il business sostenibile in linea con i principi del Global Compact.Per il resto, nessuna traccia delle tensioni che si vedevano nel corso dell’assise di primavera. L’assemblea ha votato con il 99,7% di voti favorevoli (al momento del voto erano presenti azionisti in proprio o per delega corrispondenti al 52,8% del capitale) il bilancio 2017, chiuso con un utile netto di 2,11 miliardi di euro. I soci hanno inoltre dato il via libera al piano di remunerazione del management e autorizzato l’acquisto di azioni proprie a servizio di piani di incentivazione per un massimo 11,5 milioni di azioni.
All’apertura dell’assise è emerso il rafforzamento degli azionisti italiani,giunti a controllare un quarto del capitale. Mediobanca si è presentata in assemblea con il 12,95% (tre centesimi in meno di quanto comunicato fino ad ora), il gruppo Caltagirone è salito al 4%, la Delfin di Leonardo Del Vecchio è rimasta stabile al 3,15%, la famiglia Benetton è salita al 3,04% e la De Agostini ha confermato di avere in portafoglio l’1,7%.Aprendo l’assemblea, il presidente Gabriele Galateri di Genola ha sottolineato i buoni risultati messi a punto dal gruppo e indicato la volontà di «potenziare l’impegno verso la trasformazione digitale per una crescita della redditività». Il group ceo Philippe Donnet ha sottolineato che il piano industriale 2018 «va avanti e in alcuni punti siamo anche oltre i target». In particolare il riferimento è agli 1,1 miliardi di euro incassati dalle dismissioni dei Paesi non più considerati core, dopo l’annuncio – arrivato mercoledì – dell’uscita dal Belgio (cessione che, da sola, frutterà 540 milioni di euro, con una plusvalenza da 150 milioni).
«Siamo concentrati sull’esecuzione dell’attuale business plan ma stiamo già lavorando sull’elaborazione del prossimo», ha aggiunto il manager francese, che non ha fornito anticipazioni in merito, rimandando tutto all’appuntamento del 21 novembre prossimo a Milano. Donnet ha poi risposto a un azionista che gli chiedeva delle voci su possibili accordi commerciali con parti terze. «Non commentiamo rumors che escono sui giornali», ha detto. «È importante chiarire che qualunque strategia presente e futura terrà sempre in grandissima considerazione il canale agenziale, che ha sempre avuto e avrà sempre un ruolo centrale nella nostra distribuzione di Generali in Italia».L’assemblea è stata l’occasione per raccogliere il commento di Galateri sulle parole pronunciate alla vigilia da Vincent Bollorè, che aveva rivendicato un ruolo da stabilizzatore nelle partite Mediobanca e Generali. «Tutti gli azionisti presenti e passati, per quanto posso ricordare, hanno contribuito a creare questa situazione, ovviamente di grande stabilità», è stato il commento del presidente della compagnia triestina. «Io credo che una delle grosse forze di Generali oggi sia la coesione, la stabilità, il management, il board e l’azionariato». E su queste basi, ha concluso, «il management sta costruendo il nuovo piano industriale».