Alla vigilia dell’assemblea degli azionisti, che si terrà oggi a Trieste, Generali chiude la sua settima cessione e supera il target di piano che puntava a ricavare 1 miliardo di euro grazie all’uscita del gruppo assicurativo da 13-15 paesi ritenuti non più strategici. Ieri il Leone ha annunciato la vendita ad Athora Holding dell’intera partecipazione in Generali Belgium Sa, società attiva principalmente nel segmento vita. Grazie a questo accordo, la compagnia italiana riceverà un corrispettivo iniziale di 540 milioni di euro. La vendita, secondo le previsioni, comporterà a livello consolidato una plusvalenza di circa 150 milioni di euro, che sarà registrata alla chiusura della transazione, prevista nel secondo semestre del 2018.
Quel che più preme è che con questa operazione l’incasso complessivo generato dalla cessione delle partecipate non core ha superato gli 1,1 miliardi e mancano ancora diversi asset da valorizzare. Ad oggi infatti sono state cedute Lichtenstein, Colombia, Panama, Guatemala, Olanda e Irlanda. Tutte assieme hanno fruttato complessivamente poco più di 630 milioni di euro di introito. A cui ora si aggiungono dunque i recenti 540 milioni del Belgio. L’Irlanda, con i suoi 286 milioni, è stato, fatta salva la vendita di ieri, l’asset che ha garantito maggior ricavi. A ciò si sommano i 172 milioni di dollari di Panama, i 143 milioni dell’Olanda e i 30 milioni della Colombia. Quanto alla lista delle aree considerate non più strategiche, di fatto si tratta di paesi dove Generali non vanta alcuna leadership.
In particolare, potrebbero uscire dal perimetro del Leone anche la compagnia operativa in Portogallo, dove le trattative sarebbero anche piuttosto avanzate, e in Grecia. Non solo, Generali potrebbe valutare la valorizzazione delle attività in Tunisia, negli Emirati Arabi. Allo stesso modo, in Asia, tra le aree di minor interesse ci sarebbero le Filippine. Mentre in Sud America sarebbe sotto osservazione la società operativa in Ecuador. In alcuni casi il processo sarebbe già partito mentre in altri sarebbe in fase di definizione.
Questi, in sostanza, sarebbero alcuni dei nomi chiave dell’elenco compilato dal ceo Philippe Donnet per ridisegnare l’ambito d’azione del Leone di Trieste. Le attività che verranno dismesse valgono meno dell’1% del risultato operativo di gruppo e soprattutto hanno un Roe inferiore al 5% quando a livello di holding Generali esprime una redditività sull’equity superiore al 12%. Non a caso, per esempio, il contributo dell’Irlanda nel bilancio 2016 è stato marginale e pari a 20 milioni complessivi.
Quanto all’utilizzo che Generali potrebbe fare della liquidità raccolta, questa potrebbe essere impiegata, come aveva a suo tempo dichiarato anche il ceo Donnet, per consolidare la presenza della società nelle aree strategiche, in primis in Europa. In merito va ricordato che è a buon punto anche il processo di valorizzazione di Generali Leben che potrebbe garantire altri denari freschi, secondo alcune stime fino a 900 milioni di euro. Tutti mezzi che, ipoteticamente, potrebbero anche essere puntati sull’asset management.