L’Italia appoggia gli alleati sul piano politico e logistico, ma si tiene alla larga dai missili «intelligenti». Lo stop di Paolo Gentiloni a ogni escalation militare è condiviso, sia pure con diverse gradazioni, da tutte le forze politiche e Matteo Salvini arriva a lodare Palazzo Chigi. Un afflato bipartisan del quale però non beneficiano i rapporti tra il leader leghista e Silvio Berlusconi, distanti sulla Siria come sul governo.
L’attacco aereo non sblocca l’impasse politico. E se a caldo un’accelerazione era parsa inevitabile, ora sembra difficile che una via d’uscita dalla crisi possa essere individuata prima di martedì, quando il premier Gentiloni riferirà al Senato. L’informativa urgente chiesta dalla presidente di Palazzo Madama, Elisabetta Alberti Casellati, prevede il dibattito, ma non il voto.
Gentiloni, che ha sentito May, Merkel e Mattarella, condanna le armi chimiche e conferma che l’Italia non ha partecipato all’attacco: «Azione mirata e circoscritta, ma non può e non deve essere l’inizio di un’escalation». Agli Usa è stato offerto supporto logistico, purché dalle nostre basi non partissero «azioni direttamente mirate a colpire la Siria».
Salvini tifa per Putin e ribadisce la sua stima per Trump, ma è convinto che in Siria il presidente americano abbia commesso un «tremendo» errore: «Ridare fiato all’Isis è una follia». Il leader della Lega apprezza «l’equilibrio e la misura» di Gentiloni, definisce «pericolosissimo» il bombardamento e invita a far tacere le armi: «Pazzesco, fermatevi!». Ma Berlusconi non è d’accordo. Per il presidente di Forza Italia un attacco mirato alla distruzione di armi chimiche non va condannato: «Salvini? In queste situazioni è meglio non pensare e non dire nulla».
Anche il M5S conferma l’appoggio agli alleati. «Siamo preoccupati, mi auguro che l’attacco non sia l’inizio di una nuova escalation — spera Luigi Di Maio —. Occorre accelerare con urgenza il lavoro della diplomazia». Una posizione che, sul web, molti attivisti pentastellati criticano: «Siamo contro la guerra», «Basta discorsi da democristiano» scrivono alcuni utenti. Intanto FI insiste con «lo spirito di Pratica di Mare» e, da sinistra, Pd e Leu invocano il cessate il fuoco appellandosi «all’Ue e alla diplomazia».