La soddisfazione più grande? Aver venduto macchine per produrre le granite anche in Islanda e Finlandia. Radici a Spilamberto, in provincia di Modena, la Spm drink systems fa parte di quella pattuglia di aziende fiore all’occhiello della meccanica hitech che ha appunto molte delle sue fondamenta più forti proprio in Emilia-Romagna. Ma sui mercati globali l’impresa della famiglia Grampassi raccoglie già il 50% dei 27,5 milioni di ricavi del 2017. Cresce a ritmi cinesi—oltre l’8% l’anno —, pur facendo tutto made in Italy, dalla progettazione alla componentistica. L’espansione è spinta appunto dalle macchine per granite e sorbetti — un settore che per l’azienda vale il 70%del mercato italiano —, «frozen cocktail» e altre ricette ghiacciate, oltre agli erogatori di orzo e ginseng, venduti attraverso i distributori e torrefazioni a bar, ristoranti e alberghi. In tutto, la Spm drink system vende 46.500 macchine l’anno in 90 Paesi, sfidando colossi della distribuzione di bevande come Carpigiani (parte del gruppo Ali, 2 miliardi di ricavi) e Ugolini.
Ma il presidente Enrico Grampassi, 40 anni, esponente della seconda generazione di imprenditori emiliani, conosce bene le dinamiche delle multinazionali. Già, perché i Grampassi sono un po’ imprenditori seriali. Umberto Grampassi (padre di Enrico) assieme al fratello Giordano ha fondato negli anni Sessanta in un garage del paese di Castelvetro la Gbg, la prima azienda. Realizzava appunto macchine perle granite. Poi la svolta all’inizio degli anni ‘90, con la vendita a un fondo di private equity di Gbg, comprata in seguito proprio dalla Carpigiani. Poi, la voglia diricominciare. Sempre dalle granite. E riaprire la sfida. Nel 1996 i due fratelli sono ripartiti con una startup, cresciuta pezzo dopo pezzo, capannone dopo capannone, fino alle dimensioni attuali. La strategia? Fare quello che gli altri non fanno: per esempio, appunto, macchine per l’erogazione di caffè d’orzo, ginseng e gelato soft. L’evoluzione tecnologica sotto la guida di Enrico Grampassi ha fatto il resto: dalle macchine erogatrici si è passati a distributori di dessert e di veri gelati. La chiave è investire sempre:il 5per centodei ricavi all’anno, tra impianti di produzione e tanta ricerca.Agennaiodiquest’anno è arrivata anche la prima acquisizione.
Spm drink systems ha comprato la maggioranza della Klimagel — sede a Bari — per allargare la gamma con macchine peril gelato espresso ad alta capacità produttiva: oltre 300 coni l’ora. Con questa acquisizione il gruppo ha superato subito i 30 milioni di ricavi. Ma la storia dell’azienda emiliana è fatta soprattutto di investimenti produttivi. La novità è che la prossima settimana l’azienda inizierà a gettare le fondamenta di un nuovo stabilimento di 2.600 metri quadrati. Ne usciranno altre macchine per il gelato. A fianco ci sarà il gioiello della casa: un laboratorio di microbiologia e scienza dell’alimentazione che studierà i prodotti del futuro: sottovuoto, capsule, nuovi sistemi di erogazione.
*L’Economia, 16 marzo 2018