Ascoholding si fonderà in Asco Tlc, a sua volta preventivamente scorporata fra rete (20%) e altri servizi (il restante 80%).E’ l’indirizzo deciso ieri dall’assemblea dei soci (89 comuni, presieduta da Giorgio Giuseppe Della Giustina), con una maggioranza del 63% dei soci (e il 58,437 del capitale sociale) imperniata sull’asse Lega- Pd quarelliano e Direzione Italia. Astenuta Forza Italia, in primis Conegliano il cui sindaco è il segretario provinciale azzurro Fabio Chies, e alcuni comuni di centrosinistra (uno è Carbonera). Il resto del Pd e i civici hanno votato contro (fra loro Spresiano, Roncade, Mareno, Caerano). Cappelletto (Pd), che siede in cda, non ha dato mandato come sindaco di San Biagio, e il suo comune risultava assente. Il mandato al cda è stato dato da 50 soci, pari al 63,7%, e al 58,437% del capitale sociale; astenuti 9 soci (il 9,2%), contrari gli altri 18 comuni. Erano presenti 77 soci, pari al 91,738% del capitale sociale.Al cda, nella delibera approvata, l’assemblea chiede di adottare ogni misura per assicurare anche l’esecuzione delle delibere consiliari circa la fusione avvenga nel rispetto della legge Madia,«C’era il rischio di un’opa nello scegliere la fusione inversa», ha ribadito Della Giustina nel suo intervento per presentare la linea pro Tlc, «verremmo subito scalati».
I civici hanno contestato la sua scelta di unificare i due punti all’ordine del giorno, il primo era peraltro la votazione sulla fusione inversa in Ascopiave. «Oltre alla Madia, qui, si viola anche il codice civile e le norme assembleari», ha detto Ruggero Feltrin, sindaco di Trevignano, «ma almeno ognuno si è assunto le proprie responsabilità». Le polemiche, come lo scontro legale intentato dai soci privati di Plavisgas (la cordata di Malvestio, Marchetto & co), ricorsi a Tar, tribunale civile e Procura, per contestare regolarità e legittimità delle delibere pro Tlc.
Ma l’assemblea di ieri chiude uno stallo di oltre sei mesi, e segna una svolta. Ci sarà un riassetto interno del colosso Asco, elaborato con Finint ed Enrico Marchi. All’orizzonte si profila – certo non dietro l’angolo – la super-multiutility della Marca, ultima cassaforte pubblica. Con un piano politico trasversale, dove la Lega è la più compatta, ma non monolitica dietro le neoparlamentari Sonia Fregolernt e Angela Colmellere, ieri in sala. Assente invece Codognè, il cui sindaco è Roberto Bet, “Zaia boy” per antonomasia.La resa dei conti si è consumata in un’ora e mezza. Il cda ha forzato la mano, pochi giorni dopo la data del 23 marzo che Plavisgas e i fautori della fusione in Ascopiave hanno sempre considerato la scadenza per deliberare (e sulla sua evocazione da parte di Della Giustina c’è stato un altro scontro con Feltrin).
Uno schiaffo evidente a Plavisgas e a chi ha sposato la linea di fondersi in Ascopiave, tanto più che sin qui ogni scelta era stata rinviata in attesa del verdetto del Tar. Dicono che Della Giustina & Co, e l’asse Lega-Pd abbiano fatto bene i conti: nella peggior ipotesi, c’era una dote del 56-57%( a settembre, però, era l’87%). A preparare il terreno, l’apripista Marchi, advisor del cda, che si era incontrato con i 90 sindaci. E così, alla fine, non si è attesa la sentenza del Tar. Il cda annuncia che in una prossima assemblea presenterà «il progetto per consentire ad Asco Holding di perseguire il proprio ruolo di motore potente dello sviluppo economico e sociale del territorio in coerenza con una strategia di crescita del valore a lungo termine».Infine, è stato surrogato il poto vacante in cda dopo le dimissione di Massimo Damini (Pd) vicesindaco di Cavaso: al suo posto Anna Sozza, sindaco Pd di Maserada, pro Tlc.