Nel decennio nero della crescita, un settore è andato in controtendenza: è il turismo. Tra 2007 e 2017, il suo valore aggiunto è cresciuto del 6,8%. Un record. Il turismo ha generato 3,5 miliardi di euro di ricchezza in più.
I dati — presentati ieri al forum di Cernobbio di Confcommercio —mostrano il settore come uno dei salvagenti per l’Italia alle prese con l’emergenza lavoro. In dieci anni il turismo ha incrementato le occasioni di occupazione del 19,8%: 261 mila posti in più. Nello stesso periodo gli stranieri hanno speso in Italia 361,5 miliardi euro. Alla fine il saldo (a fronte della spesa degli italiani all’estero) è stato positivo per 128 miliardi. Per fare un raffronto: l’abbigliamento ha generato 95 miliardi di euro di saldo attivo, l’alimentare ha avuto un saldo negativo per 81 miliardi.
Complice anche l’idea dell’Italia come Paese dove è più basso il rischio attentati, nel 2017 i visitatori stranieri sono cresciuti del 5,2%. Come sfruttare l’abbrivio? Sollecitati dal direttore del Corriere Luciano Fontana, i partecipanti al forum hanno presentato le loro ricette. Per il commissario di Alitalia Luigi Gubitosi il primo obiettivo deve essere il completamento dell’alta velocità e il rafforzamento delle ferrovie locali. E Alitalia? Non resta che attendere il nuovo governo, ha detto Gubitosi.
A formulare un auspicio sul destino della compagnia di bandiera ha pensato Luca Patanè, alla guida di Confturismo (oltre che presidente di Uvet, gruppo che ha acquisito la compagnia Blue Panorama). «Per noi è fondamentale che Alitalia resti almeno in parte italiana — ha detto Patanè. Abbiamo bisogno di una compagnia che svolga un ruolo di propulsione del settore».
Il nuovo vento post elettorale da Roma è arrivato anche a Cernobbio. Al forum l’ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli ha ragionato di finanza pubblica. Il messaggio è il seguente: l’Italia dovrebbe imboccare il sentiero della riduzione del debito prima che arrivi una nuova crisi. Per raggiungere l’obiettivo sarebbero necessari due interventi. Il primo: congelare la spesa per i prossimi tre anni (o al massimo consentirne un aumento in linea con l’inflazione). Due: fare aumentare il Pil grazie alla riforma della burocrazia e alla lotta alla corruzione. Interventi che, dice lo stesso Cottarelli, «Lega e M5S non dovrebbero avere difficoltà ad attuare». Di certo quello dei conti pubblici sarà il primo dossier per il nuovo governo. «Non mi stupirei — ha concluso Cottarelli — se l’Europa ci chiedesse un aggiustamento già quest’anno, dello 0,2%-0,3% del Pil».