Copan è una «multinazionale innovativa tascabile», come la chiama l’amministratore delegato Stefania Triva: «Siamo leader mondiale nella produzione di tamponi per la batteriologia e sistemi per la biologia molecolare». Si tratta di quei tamponi usati per le analisi cliniche che servono per raccogliere e conservare batteri e virus. E delle fialette che servono per conservare e trasportare questi campioni. «Il nostro brevetto — prosegue — assicura l’80 per cento di capacità di raccolta: è molto più efficace di quelli dei nostri concorrenti che preservano circa il 20 per cento del materiale». Ad affiancare questo business è quello delle macchine per la preanalitica, che permettono di incubare ed esaminare i batteri. Infine l’azienda è prima al mondo per produzione di piastre seminate per i rilievi biologici attuati dalle forze dell’ordine sulla scena del crimine.
Copan cresce a tassi importanti da molti anni, sia nei mercati tradizionali sia dell’innovazione. Il fatturato globale delle quattro società che formano il gruppo (Copan Italia Spa, Copan Flcok Technologies, Copan Wasp e Newlab Engineering) ha toccato nel 2017 i 106 milioni di euro contro i 95 del 2016. Allo stesso modo, i dati di Ebit, stabilmente a due cifre, si attestano intorno al 25%. Sono 530 i dipendenti che lavorano nella sede bresciana, più altri 80 nella sede californiana e 15 in Cina, con il progetto di aprire presto anche in Sud America.
L’innovazione di prodotto si affianca alla ricerca di processi produttivi: «Il cambiamento nei processi ha coinvolto l’intera struttura produttiva con robot di ultima generazione e una crescita costante del numero di addetti operativi nelle varie fasi della vita aziendale», dicono dall’azienda. Valore primario del gruppo è l’attenzione alle persone che vengono coinvolte in programmi di welfare e supporto innovativi. Questi hanno portato anche alla creazione, alcuni anni fa, di un asilo aziendale per i figli dei dipendenti che funziona su due turni dalle 6 alle 22.