Quest’anno compie 90 anni ma La Sportiva di Ziano di Fiemme, provincia di Trento, è sempre più giovane e in salute. Ai vertici aziendali si affiancano la terza e quarta generazione della famiglia Delladio, che hanno condotto la società alle vette mondiali del mercato delle scarpette da arrampicata e degli scarponi pesanti da montagna. Nata nel 1928 dall’idea del calzolaio del paese Narciso Delladio, nonno dell’attuale presidente Lorenzo, di produrre scarponi su misura per gli ufficiali tedeschi durante la Seconda guerra mondiale, ha virato sulle calzature per gli sport da montagna negli anni Settanta, quando a prendere in mano le redini sono stati Lorenzo e il fratello Marco.
Oggi La Sportiva fattura oltre cento milioni di euro (fatturato aggregato 2017) ed esporta l’82% dei prodotti in 74 Paesi : «Il nostro mercato principale sono gli Stati Uniti, dove abbiamo una sede commerciale – racconta Delladio – ma quella produttiva e amministrativa rimane a mille metri d’altitudine, in Val di Fiemme». Una valle che l’azienda ha nel cuore, dove dà lavoro a oltre 300 persone: «Ogni famiglia di questa zona, abitata da appena 12 mila persone, ha almeno un componente che lavora per noi: da 90 anni una grande responsabilità e un valore per noi». Nel 2017 il fatturato de La Sportiva è cresciuto del 17%, ma è da sei anni che il business registra un incremento a doppia cifra anno su anno.
Così la famiglia Delladio ha deciso di aprire, sempre in val di Fiemme, una nuova sede produttiva con nuove linee, in cui impiegherà altre 35 risorse. All’estero (Cina e Romania) e alla vicina Montebelluna lascia la produzione di altri tipi di calzature, come quelle da mountain running (corsa in montagna), marchio registrato da La Sportiva alcuni anni fa: «In questo loro sono più bravi di noi», commenta il presidente, che ha rilevato anche le quote aziendali del fratello Marco e ha inserito ai vertici aziendali i figli Giulia e Francesco. Il segreto di questo successo? L’innovazione dei prodotti. La società investe ogni anno il 7% del fatturato in ricerca e sviluppo: «Abbiamo 16 giovani ingegneri e tecnici che praticano sport di montagna e che si occupano a tempo pieno di ricerca e sviluppo su nuovi materiali e prodotti».
Giulia Cimpanelli, l’Economia del Corriere della Sera, 26 febbraio 2018