«Venti proposte concrete, con tanto di indicazioni di dove prendere i fondi per sostenerle». E un’indicazione generale: «L’Europa resta una cornice da cui non si può prescindere. Anche perché parte dei finanziamenti che indicheremo proprio da lì arrivano. Europa dove anzi la nostra politica dovrebbe essere più presente, soprattutto in questo momento in cui si stanno discutendo gli sviluppi del Piano Juncker e la riprogrammazione del bilancio». Giulio Pedrollo, già leader di Confindustria Verona e attuale vice di Vincenzo Boccia, tra gli artefici dell’approdo in Veneto delle Assise generali di Confindustria, sette anni dopo l’ultima convention a Bergamo, riassume così il contenuto del manifesto di Verona con le richieste elettorali in vista de voto del 4 marzo.
La sostanza del programma, elaborato dopo le tappe sul territorio, è stata anticipata ieri pomeriggio a porte chiuse, nel consiglio generale di Confindustria, che, subito dopo i due consigli della Piccola e dei Giovani, ha chiuso la prima giornata delle Assise generali 2018, alla Fiera di Verona. Le fila del discorso verranno tirate oggi nella giornata clou. In fiera sono attesi settemila imprenditori. Numeri costruiti sulla base delle iscrizioni ai sei tavoli tematici che scatteranno la mattina: semplificazione, formazione e giovani, investimenti e sostenibilità, Europa e infine fisco. E poi quello che dai nodi di contesto si sposta a guardare in casa, dedicato all’impresa che cambia. Solo lì gli iscritti sono 1.800.
Cinzia La Rosa, veronese e vice presidente nazionale della Piccola, anticipa alcuni dei temi sul tappeto, come l’internazionalizzazone: «Ci sono 20 mila Pmi italiane pronte ad affrontare i mercati stranieri, senza le capacità strutturali di farlo. Vanno sostenute sulla finanza, la conoscenza dei mercati e le piattaforme di marketing digitale. Vanno creati strumenti ad hoc per collaborare con Ice e Sace».
La mattina, con inizio alle 10, a metà tra un brainstorming e una seduta di autocoscienza da cui emergerà un documento finale condiviso, sarà seguito nel pomeriggio dalla sessione plenaria, alle 14.30, con il docente Marc Lazar e l’ex presidente della Commissione Josè Manuel Barroso, già chiaro indice della posizione degli Industriali sull’Europa nel mirino dei populismi. In chiusura, alle 15.30, l’intervento finale proprio di Boccia.
«In vista del voto le tre parole saranno lavoro, crescita e debito», ha riassunto ieri il presidente la sostanza del manifesto di Verona, a metà mattina, al termine del convegno sulla sostenibilità. «Siamo pronti a lanciare un programma di medio termine da sottoporre a tutti i partiti. Un piano organico di politica economica, un messaggio ad un Paese che vuole passare dal resistere al reagire e che deve ritrovare il gusto della sfida. Non siamo contro qualcuno, ma per un progetto a favore dell’Italia, in cui abbiamo investito». E poi vanno aggiunte altre scelte di politica economica: «Mettere al sicuro i conti pubblici e avviare una riduzione strutturale del debito – dice il leader nazionale -. E insieme guardare alla crescita e a un piano infrastrutturale, rifiutando l’idea dell’Italia come periferia d’Europa».