Notizie decisamente positive per il comparto agroalimentare del Friuli Venezia Giulia: la crescita degli ultimi anni continua decisa. A testimonianza di ciò arriva il 15esimo rapporto Ismea sul sistema Italia, presentato nei giorni scorsi, che evidenzia dati di crescita eccezionale per i prodotti certificati con marchi di qualità e denominazioni di origine. In questo panorama si segnala proprio il Friuli Venezia Giulia che raggiunge uno straordinario sesto posto assoluto nel ritorno economico del comparto cibo (food), davanti a realtà come Piemonte, Sicilia, Puglia, solo per segnalarne alcune, e arriva addirittura ai piedi di un ideale podio, quarto posto, nel ritorno economico del comparto vino, superato in termini assoluti solo da tre giganti come Veneto, Toscana e Piemonte, che sono comunque regioni ben più grandi della nostra. Analizzando i comparti specifici si può evidenziare come nel settore carne, il prosciutto il San Daniele arriva sul podio superato solo dal concorrente prosciutto di Parma e dalla mortadella di Bologna.
«Dati davvero buoni – commenta l’assessore regionale alle risorse agricole e forestali Cristiano Shaurli – che ci convincono ancora di più a continuare sulla strada della valorizzazione delle nostre eccellenze e peculiarità. Le aziende regionali del settore agroalimentare hanno puntato sulla qualità e la scelta si è rivelata vincente. Anni fa disciplinari di produzione, scelte di qualità e sostenibilità ambientale venivano percepite spesso come limiti o ulteriori carichi burocratici. Spero che finalmente tutti abbiano capito che sono non solo giusta tutela, ma straordinario vantaggio competitivo. D’altronde sono questi i prodotti che nessuno può copiarci perché legati indissolubilmente al nostro territorio». «Anche se i numeri parlano di successi che vanno ad aggiungersi all’aumento dell’export agroalimentare regionale anche nel 2017 – conclude Shaurli – le nuove sfide non mancano, dalla valorizzazione della neonata pitina Igp, al rafforzamento del formaggio Montasio, al sostegno all’importante crescita di biologico e dei prodotti a marchio Aqua, fino alla definitiva tutela di vini come la Ribolla gialla e il Terrano del Carso».
Nel rapporto Ismea per il Friuli Venezia Giulia in relazione al comparto cibo si contano sei filiere certificate, che generano un impatto economico pari a 318 milioni di euro, con la provincia di Udine che fa la parte del leone con 309 milioni, seguita da Pordenone con 8,3 milioni e da Gorizia con 0,8 milioni. Tale valore è trainato per il 92% dai prodotti a base di carne, con in primis ovviamente il prosciutto crudo di San Daniele, che presenta un valore della produzione pari a 292 milioni, con una lieve crescita del 2,2% rispetto alla rilevazione precedente, mentre l’export del crudo è aumentato in maniera considerevole, con un più 13,7%. Il restante 7% di valore nel settore cibo è originato dai formaggi, con il Montasio che è all’ottavo posto tra le Dop italiane con una produzione pari a 40 milioni di euro (più 5,3%), ma solo 3 milioni incassati grazie alle vendite all’estero. Cresce pure il settore vino della regione, sia in termini di indicazioni geografiche (19) sia in termini di produzione, trainata dal boom del Prosecco Dop. Il valore della produzione vino si attesta sui 219 milioni di euro, che consente al Friuli Venezia Giulia di diventare la quarta regione per impatto economico, con Udine prima provincia (133 milioni), seguita da Pordenone (47 milioni) e Gorizia (33 milioni). Eccezionali in particolare le performance della provincia di Udine che è sesta a livello nazionale per quanto riguarda il cibo (dietro Parma, Modena, Mantova, Reggio Emilia e Brescia) e settima per il vino (alle spalle di Verona, Treviso, Siena, Vicenza, Cuneo e Padova). Nel comparto vino Pordenone è 17esima e Gorizia 20esima in Italia.