Fincantieri si avvicina a grandi passi verso il controllo di Stx France. Al Forum economico italo-francese, svoltosi ieri a Roma sono emersi segnali importanti in questo senso, nel quadro di un ritrovato clima di collaborazione dopo le tensioni dei mesi scorsi dovuti proprio alla vicenda riguardante i due gruppi della cantieristica. A proposito dell’accordo tra Fincantieri e Stx France «le cose avanzano al ritmo giusto, l’obiettivo resta quello di avere alla fine un gigante industriale del settore, che abbia una dimensione europea e possa essere un leader mondiale nella costruzione navale», ha detto il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire annunciando che tornerà nella capitale italiana la prossima settimana, in compagnia del ministro francese della Difesa per approfondire la questione e incontrare il ministro della Difesa Roberta Pinotti sull’alleanza tra Fincantieri e Naval Group per la cantieristica militare (su cui «abbiamo una cooperazione da costruire che ci darà forza a livello europeo di competere con gli altri campioni mondiali).
Il segnale importante ha favorito una nuova pioggia di acquisti sul titolo Fincantieri, che ha toccato i nuovi massimi storici a 1,55 euro, prima di qualche presa di profitto nel finale di seduta. La chiusura è avvenuta a 1,50, il 4,09% in più rispetto alla vigilia; il balzo è superiore al 150% nel confronto a un anno. Un boom dovuto a una serie di incarichi ricevuti in questo periodo dai cantieri di Monfalcone, ma soprattutto alla prospettiva di creare un colosso del settore capace di competere coi big mondiali. La scorsa primavera i governi italiano e francese (quest’ultimo all’epoca guidato da Francois Hollande) avevano raggiunto un accordo per il passaggio di Stx France, fin lì reduce da una gestione disastrosa della controllante sudcoreana, sotto il controllo di Fincantieri. L’arrivo di Emmanuel Macron all’Eliseo ha mutato lo scenario: il nuovo presidente è andato allo scontro, esercitando l’opzione della nazionalizzazione, anche se presto ha dovuto fare i conti con la netta opposizione della parte italiana, spiazzata dal colpo di mano. Da quel momento è partito il lavoro degli sherpa, sfociato in un compromesso: la società italiana arriverà a controllare il 50% della compagine francese più un ulteriore 1% in prestito dal Governo francese per i prossimi 12 anni. Inoltre Fincantieri esprimerà quattro degli otto membri del board, tra cui il presidente e l’amministratore delegato. Il governo francese conserverà un diritto di veto in caso di spostamento del personale e del know-how acquisiti dai cantieri di Saint Nazaire, un rischio solo teorico a dire il vero.
A questo punto non resta che attendere la firma tra i due governi per sancire l’integrazione. Intervenuto al Forum, il presidente di Fincantieri Giampiero Massolo a proposito dell’alleanza con Naval Group ieri ha detto: «Noi stiamo perfezionando gli accordi nei prossimi giorni e a giugno il lavoro che stiamo facendo sarà puntualmente presentato, il piano di lavoro che costituisce un itinerario per il futuro. Rispetteremo i tempi».Il clima di ritrovata collaborazione ha permeato l’intero summit. È calata anche la tensione intorno a Tim, con il presidente Arnaud de Puyfontaine che si è affrettato a spiegare come il ricorso contro il golden power sia solo tecnico, per poi precisare che con il Governo italiano ci sono «le migliori relazioni». E mentre sull’ingresso di Air France nella partita Alitalia nessuno si sbilancia, sia da Roma che da Parigi arrivano proposte di possibili nuove alleanze. Il ministro italiano dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ha auspicato una partnership in campo spaziale sul modello di quella che si sta costruendo nel navale, mentre Le Maire ha prospettato un asse nella moda lungo la direttrice Parigi-Firenze-Milano. Un buon viatico per riavviare il processo di integrazione europea.