Sono i dati che certificano la crescita di anno in anno più marcata del porto di Trieste in sinergia con l’intera piattaforma logistica regionale e aprono prospettive ancora più interessanti grazie alle Zone franche attrattive anche per gli insediamenti industriali. Le statistiche concernenti il 2017 diffuse ieri dall’Autorità di sistema portuale dell’Adriatico orientale presieduta da Zeno D’Agostino ribadiscono un trend di forte sviluppo consegnando agli annuari uno scalo primo in Italia per tonnellaggio totale movimentato e per traffico ferroviario e primo per movimentazione petrolifera dell’intero Mediterraneo.
Il che fa dire allo stesso D’Agostino che «il porto sta tornando a essere il volano di sviluppo economico non solo per Trieste, ma più in generale per il Friuli Venezia Giulia e per il nostro Paese, nonché su scala internazionale». I dati disegnano un anno da record a partire dal computo complessivo con 61.955.405 tonnellate di merce movimentata e un incremento del 4,58% rispetto al 2016. I dati più rappresentativi del 2017 sono quelli relativi ai container, di cui riferiamo più dettagliatamente a parte, e ai treni: il settore container registra un traffico mai raggiunto in precedenza nello scalo con 616.156 teu (+26,66% rispetto al 2016).
Ma sommando la movimentazione dei container con i semirimorchi e le casse mobili (espressi in teu equivalenti) nel corso del 2017, si sono raggiunti 1.314.953 teu (+13,52%). Di rilievo assoluto anche il dato del traffico ferroviario: 8.681 sono stati i treni, con un aumento del 13,76% sul 2016 e del 45,17% rispetto al 2015. La crescita è stata propiziata dai treni su direttrice internazionale legati al traffico container (+34,31%) ma anche da quelli lavorati nel porto industriale, settore siderurgico (+24,58%).
L’elemento che rendo lo scalo giuliano unico nel panorama italiano – come fa rilevare la stessav Authority – non è dato però solo dal consolidamento del ruolo di porto leader del traffico ferroviario, ma anche dalla presenza di svariati attori del mercato ferroviario che operano nello scalo. Oltre al gruppo Fs, sono attive importanti compagnie ferroviarie private italiane (Cfi e Inrail) e alcune società ( Rail Cargo Carrier Italy, Rail traction company, CapTrain Italia) partecipate da operatori europei di primaria importanza (Rail Cargo Austria, DB Schenker, SNCF). Va rilevato infine il ruolo fondamentale di Adriafer (controllata al 100% dall’Adsp) che come sottolinea D’Agostino «da luglio ha ottenuto la certificazione a poter operare in rete e non più solo come operatore di manovra portuale».Dai numeri emerge l’impulso che il traffico ferroviario ha innescato sul segmento dei contenitori.
Ciò significa per D’Agostino che “la strategia del ferro intrapresa sta pagando e questa è la via da seguire anche nei prossimi anni. I forti investimenti di Rfi, della Regione e del Governo, che sommati ammontano a 83 milioni di euro già stanziati, lo dimostrano”. Guardando la mappa dei collegamenti intermodali, risulta una nuova rete di destinazioni ferroviarie che nell’ultimo triennio è andata estendendosi progressivamente, coinvolgendo tutti i principali nodi del continente, molti dei quali impensabili fino a qualche anno fa. Basti citare i servizi operati dalla Ekol, attivati nel 2017: il Kiel-Göteborg sull’asse Adriatico-Baltico e il recente collegamento verso Zeebrugge in Belgio che permette di raggiungere la Gran Bretagna da Trieste. Sull’asse Est europeo invece il servizio in partenza dal molo VII (Trieste marine terminal) verso Budapest, è tra i più performanti: inaugurato nel 2015 con 2 round trip settimanali, è passato a 4, a 7 e quindi alle attuali 10 coppie di treni a settimana, tanto che l’Ungheria sta diventando il primo mercato di riferimento di Trieste per il traffico ferroviario dei contenitori. Altro elemento fondamentale della crescita del 2017 sono state le merci varie: 16.565.255 tonnellate di merce movimentata e un aumento a doppia cifra (+14,11%). Trieste rimane porta privilegiata per i traffici della Turchia in Europa e in costante aumento il comparto ro-ro con 314.705 mezzi (+3,99% rispetto al 2016). In crescita anche le rinfuse liquide con 43.750.555 tonnellate (+2,33%). Solo le rifuse solide portano il segno negativo, arretrando del 16,81%.