Far conoscere a famiglie e studenti gli Its, gli Istituti tecnici superiori, l’unico canale formativo terziario, subito professionalizzante, alternativo all’università, oggi presente in Italia. Coinvolgere sempre più imprese nelle singole Fondazioni. Tarare l’offerta didattica in base alle esigenze di ragazzi e territori. In altre parole: riconoscere centralità a “queste super scuole” di tecnologia, che già adesso hanno un tasso di occupabilità superiore all’80%, coinvolgendo nella loro crescita (e rilancio) non solo il ministero dell’Istruzione, ma anche quelli del Lavoro e dello Sviluppo economico, assieme a regioni e mondo produttivo.
Gli Its hanno iniziato a muoversi, e a far sentire la “propria voce”.Confindustria ha proposto a tutte le fondazioni di lavorare insieme per consolidare ruolo e funzione degli istituti tecnici superiori. A ottobre e dicembre, alla presenza del vice presidente per il Capitale umano, Giovanni Brugnoli, si sono svolti due incontri “molto affollati” che, di fatto, hanno dato avvio ai lavori . Si punta a un «Forum nazionale degli Its»; un luogo di aggregazione “snello e anti-burocratico” dove condividere esperienze e proposte; e perché no, in prospettiva, assurgere a interlocutore stabile (e autorevole) della società e della politica.
Un primo risultato è stato già raggiunto: nella legge di Bilancio 2018 sono state inserite risorse aggiuntive: 50 milioni di euro nel triennio (che si aggiungeranno ai 13 milioni annui previsti dalle norme vigenti, e alle risorse regionali).
Il punto è che gli Its sono uno strumento prezioso per favorire l’inserimento professionale dei giovani: ma a cinque/sei anni dal loro debutto intercettano poco 8/9mila studenti l’anno (in Germania analoghe istituzioni terziarie professionalizzanti coinvolgono invece oltre 950mila ragazzi). Ci sono questioni irrisolte da tempo, che devono adesso essere affrontate: la governance, il finanziamento, lo stesso apparato regolatorio. «I gruppi di lavoro del Forum si metteranno a breve a lavoro – racconta Eugenio Massolo, presidente dell’Its Accademia italiana Marina mercantile di Genova -. L’obiettivo è elaborare idee e spunti entro l’estate. La proposta di un asse, forte, con il mondo delle imprese è ottima: solo così, tutti insieme, queste “super scuole d’eccellenza” potranno avere un ruolo di primo piano nel panorama dell’istruzione terziaria professionalizzante».
Già oggi, secondo gli ultimi dati Miur-Indire aggiornati al 13 novembre 2017, i soggetti partner delle 93 Fondazioni Its sono circa 2mila, di cui 712 imprese, i percorsi attivi sono 445, e i ragazzi occupati a 12 mesi sono il 79,5% (con punte del 90% in Lombardia, Veneto, Piemonte).
Le chiavi del successo sono essenzialmente due: formazione “on the job” e la presenza di docenti che provengono dal mondo del lavoro (il 50% degli “insegnanti” sono infatti imprenditori o loro collaboratori, circa il 30% liberi professionisti).
A rompere “il tabù” su queste “super scuole” è stato, nelle settimane scorse, il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che ha indicato gli Its come strategici per il decollo di Industria 4.0; con una convergenza, oltre al Miur, anche del ministero del Lavoro (il presidente di Anpal, Maurizio Del Conte, li ritiene «un ottimo canale di istruzione professionalizzante»); e pure Marco Leonardi, a capo del team economico di palazzo Chigi, si rivolge direttamente a famiglie e studenti invitandoli a considerare «più che valida l’offerta formativa degli Its perché meno teorica e maggiormente pratica».
Si tratta, ora, di spiccare il salto di qualità. In quest’ottica, gli obiettivi del Forum sono ambiziosi: si deve spingere per collegare gli Its ai Digital innovation hub e più in generale al programma Industria 4.0 (la strada è quella di creare vere e proprie Academy); serve, inoltre, favorire la nascita di federazioni, di pari dignità, con gli atenei; e mettere a punto un’offerta di alta formazione tecnica collegata ai bisogni delle imprese (nei prossimi cinque anni il mondo della manifattura avrà bisogno di oltre 270mila profili tecnico-scientifici). Anche le aziende faranno la propria parte: Confindustria ha lanciato il «bollino impresa in Its»; un riconoscimento tangibile rivolto agli imprenditori in prima fila sui temi dell’Education.
«Siamo in un momento di crescente attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica nei confronti degli Its – sintetizza Monica Poggio, ad di Bayer e numero uno dell’Its Lombardia Meccanica e Meccatronica dal 2014 -. È quindi importante che le fondazioni Its si ritrovino in un Forum dove elaborare idee e proporre iniziative per rafforzare la qualità e l’efficacia della loro offerta formativa e per rispondere alle esigenze di innovazione delle imprese».