Un vero e proprio assalto alle aziende, quasi fossero centri commerciali, ha caratterizzato questo pomeriggio domenicale in gran parte delle Venezie. L’occasione è stata la terza edizione di Open Factory, l’opening di turismo industriale e manifatturiero nel corso del quale 50 aziende hanno aperto – in contemporanea – le porte ai visitatori. Nonostante già a metà settimana fossero stati organizzati turni extra in molte delle aziende partecipanti, le Open Factory hanno registrato il tutto esaurito nelle prenotazioni di visita.
La mattinata si è aperta con l’anteprima sold out alla Dani di Arzignano (Vicenza); l’azienda simbolo dell’industria conciaria ha curato con HTC High Tech Consultant un percorso di visite sul tema della sostenibilità e dell’industry 4.0, cui è seguito il convegno inaugurato con Stefano Micelli, professore all’Università di Ca’ Foscari e ideatore con Antonio Maconi e Filiberto Zovico di Open Factory, e Fabio Renzi, segretario della Fondazione Symbola che produce i rapporti Green Italy e Io sono Cultura.
Alle 13.30 si sono poi accesi i riflettori sulle Open Factory, in alcune delle quali si sono raggiunte punte di 1.500 visitatori, come alla Carraro Agritalia di Rovigo, dove sono stati organizzati ben 40 turni di visite; sono stati oltre 500 i visitatori nelle due sedi Came di Dosson di Casier (Treviso) e Sesto al Reghena (Pordenone), così come alla Lago di Villa del Conte (Padova), e a Poli Distillerie di Schiavon (Vicenza); altrettante sono state le presenze nell’area di Marghera, dove i visitatori hanno optato per le visite e i laboratori architettonici di One Works, il principale studio d’architettura italiano, o gli itinerari in barca e bus curati da Porto di Venezia, Multi Service e Rimorchiatori Riuniti Panfido,che – come nel caso dell’Aeroporto “Marco Polo” di Venezia – hanno raggiunto il tutto esaurito nell’arco di 4 ore. In centinaia hanno visitato le aziende del wellness come la Bios Line di Ponte San Nicolò (Padova), quelle specializzate nel food o nella meccanica per la ristorazione come Fraccaro Spumadoro di Castelfranco Veneto (Treviso), Centro Carni Company di Tombolo (Padova), Unox di Cadoneghe (Padova), Tecnoeka di Borgoricco (Padova) e le eccellenze del jewel design come Facco Gioielli a Camisano Vicentino (Vicenza) e il Museo del Gioiello di Vicenza.
Come sempre, anche quest’anno sono stati particolarmente apprezzate le attività interattive, dai laboratori di stampa e scansione 3D di Berchet Ingegneria di Stampa (Padova) ai seminari di Colorificio San Marco (Marcon, Venezia) e Telea Medical (Sandrigo, Vicenza), realizzati in collaborazione con Studio Bonini, così come le visite al “cantiere aperto” della Fondazione Santa Capitanio (Piove di Sacco) di Prearo Costruzioni, i workshop organizzati dai 9 laboratori artigianali della sezione speciale curata da Confartigianato Imprese Udine; grande partecipazione anche per le visite alla scoperta del Carnia Industrial Park, con Legnolandia, R.D.M. Ovaro e Servel Mera.
Un notevole pubblico – facendo registrare nella stragrande maggioranza di questi casi il tutto esaurito – ha assistito ai dibattiti in programma –come i dialoghi con Stefano Micelli da Irinox (Corbanese di Tarzo, Treviso), con Antonio Calabrò da Keyline(Conegliano, Treviso),, con Marco Bettiol ed Eleonora Di Maria da Veneta Sedie (Casale di Scodosia, Padova), con Massimiano Bucchi da Studio Pointer (Mogliano Veneto, Treviso), con Fabrizio Onida da Considi (Grisignano di Zocco, Treviso) o gli interventi dei “maestri di talento” invitati da GSO Gentium Schola Opitergium di Oderzo (Treviso).
Grande successo anche per “Open Factory Schools”, l’anteprima per le scuole secondarie di secondo grado che ha visto, nella mattinata di venerdì 24 novembre, la partecipazione di 4.000 studenti da 15 istituti scolastici di tutto il Nordest.
“Siamo molto soddisfatti del grande passo in avanti che abbiamo compiuto con questa terza edizione – ha dichiarato il curatore di Open Factory Antonio Maconi – soprattutto perché, in un momento nel quale il nostro Paese ha iniziato a percorrere la strada di una consistente ripresa, significa che le nostre imprese e il nostro territorio hanno la forza per giocare le sfide del futuro”. “Il manifatturiero – conclude Maconi – fa parte del nostro Dna e oggi abbiamo capito che siamo in possesso di una cultura diffusa pronta a sostenerlo, anche attraverso una sua valorizzazione “turistica”. E’ interessante notare infatti che i visitatori non erano provenienti dal solo Nordest: in alcune centinaia sono arrivati da Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e, in alcuni casi, persino dal Lazio, dalla Puglia, dalle Marche, dalla Sicilia e dalla Sardegna.
Ma Open Factory non è stato solo un fenomeno di presenza fisica di 20.000 persone ma anche un grande evento “social” reso possibile grazie a una strategia di promozione digitale che ha permesso alle aziende e ai visitatori di raccontare “in diretta” lo svolgimento della manifestazione. Per tutto il pomeriggio, l’hashtag #openfactory17 è stato tra i trending topic di Twitter.
Un ringraziamento viene espresso dai promotori e organizzatori – ItalyPost e Goodnet – a tutte le aziende partecipanti, alle centinaia di loro collaboratori che hanno lavorato alacremente per preparare e realizzare l’evento, ai partner come Dani, HTC High Tech Consultant, Porto di Venezia, Confartigianato Udine, Carnia Industrial Park, Camera di Commercio di Padova che lo hanno sostenuto – e in particolare al main partner UniCredit – e ai visitatori che hanno condiviso la propria esperienza sui social.